Vetrocemento _2
Il vetrocemento nasce agli inizi del XX secolo, in stretta relazione con lo sviluppo industriale: data la sua robustezza, combinata alla trasparenza, veniva, infatti, spesso utilizzato per illuminare capannoni ed edifici industriali. Negli anni 50-60 veniva molto usato per dare luce ad ambienti coperti a terrazza, oppure per chiudere vani che avevano le caratteristiche di luci e non di vedute. A lungo ritenuto un materiale “povero”, è stato riscoperto recentemente per la sua versatilità, e utilizzato diffusamente anche da grandi nomi dell’architettura in edifici di rilievo. Le applicazioni possono essere più svariate: facciate interne, finestre, pareti divisorie per interni e terrazzi, lucernari, strutture orizzontali pedonabili, scale, murature di confine e qualsiasi altra soluzione.Il vantaggio principale del vetrocemento è che si lascia attraversare dalla luce, con la possibilità di creare piacevoli giochi di colori, contribuiscono ad arredare e rispetto ai mattoni pieni non sono soggetti al fenomeno della condensa. In generale non necessitano di una manutenzione particolare e isolano in modo particolare dal rumore. Creano ambienti suggestivi e dal piacevole impatto visivo. A loro svantaggio il fatto che non sono autoportanti, per cui per la posa ulteriore al mq c’è bisogno di un telaio (in legno, alluminio o un’intelaiatura in cemento armato) che deve ospitarli e dei tondini di rinforzo che vanno affogati nella malta che tiene insieme i mattoni. Non si prestano molto per la realizzazione di strutture molto grandi.
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